Come noto la Francia con il Decreto 2022-947, peraltro mai entrato in vigore, aveva previsto norme specifiche al fine di tutelare le denominazioni di vendita dei prodotti carnei.
La Confederazione European Vegetarian Union (EVU) – che rappresenta 44 associazioni di cittadini vegetariani e vegani in 28 Paesi europei – insieme all’Association Végétarienne de France (AVF), ha presentato un ricorso al Consiglio di Stato di Parigi per ottenere l’annullamento del decreto con cui la Francia ha provato a vietare il meat sounding.
Il Consiglio di Stato francese ha deciso di sottoporre alla Corte di giustizia UE – unico interprete ufficiale del diritto europeo – due questioni pregiudiziali:
- gli Stati membri hanno il diritto di introdurre divieti che incidono sulla commercializzazione delle merci, tramite leggi nazionali che intervengono su materie prive di regole armonizzate?
- se gli Stati membri fossero effettivamente autorizzati a introdurre tali leggi, il decreto francese nella sua forma attuale sarebbe proporzionato al raggiungere il dichiarato obiettivo di ‘trasparenza’ nell’informazione ai consumatori?
Ovviamente l’esito di questo processo avrà un impatto significativo sull’etichettatura delle alternative vegetali alla carne in tutta l’Unione europea.
L’auspicio è che la Corte di Giustizia europea ribadisca per il comparto delle carni quello che ha già deciso con la Sentenza 14 giugno 2017 nella causa C-422/16 (Verband Sozialer Wettbewerb eV v TofuTown.com GmbH) per il settore lattiero-caseario.