Nel pomeriggio di ieri si è svolta presso il Ministero della Salute una riunione alla presenza dei Sottosegretari alla Salute Marcello Gemmato e all’Agricoltura Patrizio La Pietra per fare il punto della situazione dell’epidemia della Peste Suina Africana in Italia e le azioni messe in campo per limitarla.
Prima di tutto, è stata annunciata la nomina di tre Subcommissari per rafforzare la collaborazione fra le Autorità centrali e le Regioni. In secondo luogo è stato presentato il piano per il depopolamento massivo dei cinghiali presenti sul territorio tramite il contributo delle Forze Armate (Esercito, Marina Militare e Aeronautica Militare) anche grazie all’utilizzo di droni.
Le Forze Armate dovranno lavorare in sinergia con i team di bioregolatori che dovranno fornire la loro esperienza soprattutto legata alla conoscenza del territorio.
Le squadre di intervento, formate da 4 persone, opereranno su celle di 2 km x 2 km; con tre squadre potrà essere coperta nell’arco di 24/48 ore un’area di 40 km quadrati all’interno della quali verranno abbattuti tutti i suini selvatici presenti.
A brevissimo termine verrà emanato uno specifico decreto ministeriale per affidare le funzioni alle Forze Armate che potranno divenire quindi operative sul campo.
L’UNICEB, che ha preso parte all’incontro con il Presidente Siciliani ed il Vice Presidente, con delega al settore suino, Lorenzo Levoni, ha rappresentato ai Sottosegretari le seguenti necessità:
- azione di Governo per intervenire nell’ambito dell’Organizzazione Internazionale della Sanità Animale (WHOA) affinché si riesca ad ottenere la “separazione” della gestione della PSA nel domestico dalla gestione della PSA nel selvatico;
- rompere qualsiasi indugio sul depopolamento dei selvatici anche per dare un segnale tangibile alla filiera con un aggiornamento costante dei dati sull’abbattimento/ritrovamento dei capi; in particolare, il Vice Presidente Levoni ha sottolineato la necessità che l’attività di depopolamento si concentri, nelle fasi iniziali, nelle zone del territorio a più alta vocazione suinicola;
- interventi strutturali all’interno di uno specifico “Framework” svincolato dai massimali “de minimis” a sostegno delle aziende suinicole italiane che hanno subito danni a seguito delle misure di contenimento della PSA:
- Per gli allevatori: creare una misura che garantisca a priori il differenziale di prezzo rispetto al valore di mercato (gli allevatori entrati in Zona di Restrizione nel mese di dicembre, ad oggi, dovranno aspettare il rifinanziamento dell’attuale misura prevista dal Ministero dell’Agricoltura che può contare su uno stanziamento di 20 milioni di Euro);
- Per i macellatori e trasformatori: coprire le perdite subite a causa del blocco dell’export (con le attuali misure aziende di trasformazione si sono viste riconoscere indennizzi di 200.000 Euro a fronte di perdite di oltre un milione di Euro).
In risposta alla specifica richiesta espressa da UNICEB, è stato confermato l’impegno del Governo a lavorare affinché si possa giungere ad una modifica dell’attuale normativa per una “separazione” della gestione della PSA nel domestico rispetto al selvatico, in modo da evitare ostacoli alla commercializzazione delle carni e relativi prodotti ottenuti da suini presenti in allevamenti indenni, ancorché gli stessi insistano su zone del territorio dove la malattia è riscontrata unicamente nei cinghiali, analogamente a quanto avviene con l’influenza aviaria. Chiaramente questo è un lavoro lungo in quanto le implicazioni dovranno essere valutate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (WHOA, ex OIE) affinché la Commissione europea si possa conformare alle risultanze scientifiche.