La Legge di Bilancio 2023 (Legge n. 197/2022) purtroppo non ha prorogato le percentuali di compensazione per le cessioni di bovini e suini effettuate dagli imprenditori agricoli che adottano il regime speciale IVA di cui all’art. 34, D.P.R. n. 633/1972.
Come noto, per il settore agricolo, la disciplina IVA prevede un regime semplificato, nell’ambito del quale la detrazione dell’IVA, relativamente alla cessione di determinati prodotti elencati nella Tabella A, Parte Prima, allegata al D.P.R. n. 633/1972, non avviene nei modi ordinari bensì sulla base di specifiche percentuali di compensazione, applicate alla cessione dei suddetti prodotti agricoli. In pratica, il produttore agricolo emette fattura applicando l’aliquota IVA propria dei beni e, in sede di liquidazione IVA, detrae dall’imposta un valore
determinato applicando agli imponibili derivanti dalla cessione dei prodotti le rispettive percentuali di compensazione.
Risulta evidente, quindi, che più è elevata la percentuale di compensazione e più questa si avvicina al valore dell’aliquota IVA, maggiore sarà la detrazione IVA per le imprese agricole che applicano tale regime.
Fino al 31 dicembre 2022, la percentuale di compensazione IVA era pari al 9,5%, così come determinato dalla Legge di Bilancio 2022.
A fronte di tale situazione, l’UNICEB si è attivata direttamente con il Presidente della Commissione Agricoltura del Senato ed ha provveduto a far presentare, già la scorsa settimana, uno specifico emendamento nell’ambito della conversione del DL Milleproroghe (che dovrà avvenire entro la fine del mese di febbraio) per cercare di riportare a tutto il 2023 l’aliquota di compensazione IVA per la cessione di bovini e suini del 9,5%. Chiaramente, l’ostacolo più rilevante è legato alla copertura economica di una tale misura.
In data odierna, inoltre, l’UNICEB ha avuto un incontro con il Capo della Segreteria Tecnica del Ministro dell’Agricoltura nell’ambito del quale è stata sottolineata la situazione di crisi in cui ancora versa il comparto zootecnico e, quindi, la necessità di una proroga a tutto l’anno in corso della misura sopra richiamata. Abbiamo registrato ampia disponibilità nel Dicastero a sostenere la richiesta che, in ogni caso, deve trovare forza in ambito parlamentare.