Il Regno Unito non richiederà proroga periodo transizione

Brexit effettiva dal 1° gennaio 2021

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Regno Unito - Brexit

Si è svolta lo scorso 15 giugno una riunione di alto livello fra la Unione europea ed il Regno Unito per discutere gli aspetti legati alla Brexit ed all’uscita del Regno Unito dalla UE.

I principali elementi della dichiarazione rilasciata al termine dell’incontro vengono sintetizzati di seguito:

  • le parti hanno preso atto della decisione del Regno Unito di non richiedere alcuna proroga del periodo di transizione che, pertanto, terminerà il 31 dicembre 2020, in linea con le disposizioni dell’accordo di recesso;
  • le parti hanno convenuto, tuttavia, che è necessario un nuovo slancio dei negoziati;
  • è prevista una intensificazione dei colloqui nel prossimo mese di luglio per la creazione delle condizioni più favorevoli per la conclusione e la ratifica di un accordo entro la fine del 2020.

Inoltre, si segnala che ieri 17 giugno il Consiglio danese per l’agricoltura e l’alimentazione ha ospitato il seminario “UE-Regno Unito: necessità di commerciare” al quale hanno partecipato prestigiosi relatori che hanno illustrato delle presentazione che auspichiamo di poter ottenere per inviare alle Aziende associate.

I principiali risultati del seminario sono i seguenti:

  • Il Regno Unito è autosufficiente nel settore degli alimenti al 60%;
  • Il Regno Unito ha annunciato l’applicazione di una tariffa doganale globale da applicare a tutti i partner commerciali senza “accordi di libero scambio” dopo la fine del periodo di transizione:
    • il commercio secondo le norme delle Nazioni più favorite del WTO (quindi senza accordi commerciali),  comporterà maggiori variazioni di prezzi e di reddito per gli agricoltori del Regno Unito;
    • questo effetto sarà transitorio dal momento che il Governo britannico non cerca una posizione commerciale protezionistica;
    • i nuovi accordi commerciali apriranno l’accesso al mercato del Regno Unito, in molti casi abbassando i prezzi;
  • Impatto con Hard Brexit:
    • le tariffe all’importazione, principalmente per l’importazione dalla UE, saranno piuttosto elevate, come quelle applicate ai Paesi terzi che esportano verso l’Unione europea. La carne bovina, il latte e lo zucchero potrebbero essere assoggettate ad un dazio medio di circa il 30%; la carne suina, la carne di pollame, invece, potrebbero avere un dazio fra il 10 ed il 30%;
    • gli operatori comunitari dovrebbero affrontare  la concorrenza di quelli dei Paesi terzi per entrare nel mercato del Regno Unito;
    • indebolimento del PIL del Regno Unito e della sterlina. I consumatori, probabilmente, compreranno prodotti più economici e potrebbero cambiare abitudini alimentari;
    • ritardi significativi nell’attraversamento dei confini.
  • Il Regno Unito è il più grande mercato per l’Unione europea. E’ nell’interese di tutti raggiungere un “accordo si libero scambio” (che sarebbe l’obiettivo del Governo britannico).
  • Il Regno Unito non comprometterà i suoi standard sulla sicurezza alimentare, compresi i requisiti di importazione, il benessere animale e la tutela ambientale nei futuri accordi commerciali; la UE ha una comprovata esperienza come leader ed il Regno Unito ha aiutato l’Unione ha raggiungere questo obiettivo;
  • Il Regno Unito non accetterà la posizione e le sentenze della Corte di Giustizia UE, trascurando la propria legislazione nazionale.