Il 30 marzo 2022 la Commissione europea ha pubblicato la relazione finale su uno “Studio sull’etichettatura del benessere animale”.
Lo scopo dello studio è quello di assistere la Commissione nella raccolta di prove che potrebbero sostenere potenziali iniziative riguardanti l’etichettatura del benessere animale nell’UE.
Di seguito si sintetizzano i principali risultati della Consultazione pubblica:
- I consumatori hanno un basso livello di consapevolezza e conoscenza delle condizioni degli animali da allevamento.
- L’informazione disponibile per il consumatore è percepita come non sufficiente.
- Le condizioni di macellazione, l’alimentazione adeguata e le condizioni di stabulazione sono gli argomenti sui quali i consumatori vorrebbero avere maggiori informazioni.
- I consumatori sarebbero disposti a pagare un prezzo più alto per il benessere degli animali, ma non più di quanto pagano per i prodotti biologici.
- I consumatori hanno fiducia nei sistemi di benessere animale gestiti dalle Autorità pubbliche europee e dalle ONG piuttosto che in quelli promossi e gestiti dagli Stati membri o dagli operatori.
Problemi con i regimi attuali:
- Distorsione della concorrenza
- Schemi multipli portano i consumatori alla confusione, in particolare, quando riguardano altri argomenti
- “Rinazionalizzazione”: rivendicazioni di origine nazionale o simboli
Lo studio valuta anche come i regimi di benessere animale contribuiscono a:
- Rispondere alla domanda dei consumatori: è difficile per i consumatori interpretare accuratamente le indicazioni di sostenibilità.
- Aggiungere valore alla catena alimentare: i prodotti oggetto di uno schema di benessere animale sono comunemente più costosi dei prodotti convenzionali. Tuttavia, la distribuzione del valore non è chiara. Mentre i dettaglianti traggono i margini maggiori, i trasformatori hanno alcune opportunità per migliorare i margini, ma la compensazione per gli agricoltori è solitamente insufficiente rispetto ai prodotti convenzionali.
- Migliorare il benessere degli animali: la maggior parte degli schemi copre l’intera vita dell’animale. Tuttavia, gli schemi a più livelli non forniscono grandi miglioramenti su larga scala.
Lo studio conclude che c’è un chiaro bisogno di aumentare la consapevolezza e semplificare gli schemi di etichettatura esistenti con indicazioni sul benessere animale nell’UE.