Il Consiglio dei Ministri UE, il Parlamento europeo e la Commissione (Trilogo) hanno raggiunto un “accordo politico provvisorio” sulla nuova Direttiva Emissioni Industriali (IED) che lascia sostanzialmente invariato lo staus quo per gli allevamenti, escludendo il settore bovino dal suo ambito di applicazione.
Rientrano nella direttiva IED gli allevamenti di suini con più di 350 unità di bestiame (Lsu, livestock units). Sono escluse le aziende che allevano suini in modo estensivo o biologico e all’aperto per un periodo significativo di tempo nell’anno.
Per il pollame, si applica agli allevamenti con galline ovaiole con più di 300 UBA e agli allevamenti con polli da carne con più di 280 UBA. Per le aziende che allevano sia suini che pollame il limite sarà di 380 UBA.
L’accordo provvisorio sarà ora sottoposto ai rappresentanti degli Stati membri in seno al Consiglio (Coreper) e alla Commissione ambiente del Parlamento per l’approvazione. Se approvati, i testi dovranno poi essere adottati formalmente da entrambe le istituzioni prima di essere pubblicati nella Gazzetta Ufficiale dell’Ue ed entrare in vigore.
L’accordo provvisorio sulla direttiva sarà rivalutato ed eventualmente rivisto nel 2028 (e successivamente ogni cinque anni) dalla Commissione europea. Questa valutazione deve tenere conto delle tecniche emergenti e della necessità di ulteriori misure di prevenzione dell’inquinamento o di requisiti relativi ai limiti minimi di emissione a livello dell’Ue.
Si è stabilito anche di incaricare la Commissione di riesaminare, entro il 31 dicembre 2026, la necessità di un’azione dell’Ue sulle emissioni derivanti dall’allevamento di bestiame, compreso quello bovino, nonché una clausola di reciprocità per garantire che i produttori extra-Ur soddisfino requisiti simili alle norme comunitarie quando si esporta nell’Ue.