La Commissione Agricoltura del Parlamento europeo ha approvato all’unanimità la relazione di Paolo De Castro sulla riforma delle norme dell’UE per la registrazione e la protezione delle indicazioni geografiche (IG) prodotti agricoli e regimi di qualità per i prodotti agricoli, vino e bevande spiritose. La relazione sarà ora sottoposta al voto della plenaria del Parlamento, probabimente durante la sessione del 31 maggio-1° giugno. Successivamente si aprirà la fase di trilogo (Commissione, Consiglio e Parlamento europeo).
La relazione si basa sui seguenti pilastri:
- rafforzamento del ruolo dei consorzi, maggiore protezione, semplificazione e chiarimento del ruolo dell’ufficio europeo dei brevetti (euipo), sostenibilità e trasparenza. in merito al primo punto, i consorzi rappresentano il motore di sviluppo delle ig, e continueranno a rimanere in mano solo ai produttori, con maggiori e migliori responsabilita’, tra cui la lotta alle pratiche svalorizzanti e la promozione del turismo ad indicazione geografica, che – spiega DE CASTRO – riteniamo possa rivelarsi un “vero volano per lo sviluppo delle nostre regioni e dei nostri territori”;
- per quanto riguarda i criteri di riconoscimento dei consorzi, sono stati salvaguardati schemi nazionali, come quello italiano, che già funzionano in modo efficace, sottolinea il relatore. Agli Stati membri verrà inoltre riconosciuta la possibilità di introdurre sistemi di contributi obbligatori erga-omnes, che prevedano l’obbligo, per tutti i produttori, di sostenere i costi del consorzio per lo svolgimento delle attività previste dal regolamento;
- sulla protezione, le principali disposizioni riguardano la protezione on-line, che dovrà diventare ex-officio grazie a un alert system sviluppato da euipo, e la protezione quando le ig vengono utilizzate come ingredienti, rendendo obbligatoria l’autorizzazione da parte del consorzio;
- sono state poi eliminate – aggiunge DE CASTRO – “tutte quelle falle del sistema che consentono a Stati membri o produttori di sfruttare indebitamente la reputazione delle indicazioni geografiche, tramite norme tecniche nazionali, come nel caso dell’aceto balsamico sloveno e cipriota, o addirittura strumenti unionali, quali le menzioni tradizionali, nel caso del prosek Made in Croazia. In particolare, è stata chiarita nella definizione di menzione tradizionale come queste non possano corrispondere o evocare ig riconosciute”;
- per eliminare la burocrazia per i produttori, la relazione propone di ridurre il tempo a disposizione della Commissione per registrare una nuova ig da sei a cinque mesi e limitare il periodo di proroga a un massimo di tre mesi e solo in casi debitamente giustificati. Alle Autorità nazionali passa la gestione della maggior parte delle richieste di modifica delle registrazioni delle ig esistenti senza che la Commissione le controlli nuovamente. Deve inoltre essere la Commissione, con la sua competenza unica nel settore agricolo, ad amministrare il sistema delle ig, piuttosto che l’euipo, la quale potrà tuttavia dare un importante supporto consultivo su questioni tecniche;
- è stato inserito l’obbligo di indicare sull’etichetta di qualsiasi prodotto ig il nome del produttore. Allo stesso tempo, per i soli prodotti igp, sarà obbligatorio indicare in etichetta l’origine della materia prima principale, nel caso provenga da un paese differente rispetto allo stato membro in cui si colloca l’area di produzione.